- Irene Corsi -
Il 31 luglio 1904 con una sfarzosa cerimonia a Livorno fu inaugurato lo stabilimento termale detto “Acque della salute”.
L’esistenza di acqua benefica presso Livorno era nota dal 1800: i livornesi la utilizzavano diffusamente contro i mali allo stomaco, ma il proprietario del terreno in cui sgorgava la sorgente, il parroco di San Pietro e Paolo, decise nel 1856, di costruire intorno ad essa una chiosco ottagonale, per limitarne l’uso.
Fu solo agli albori del 20 sec. che il professor Giovan Battista Queirolo dell’Università di Pisa, portò avanti studi scientifici che ne verificassero le proprietà terapeutiche. Il risultato positivo attirò le attenzioni dell’impresario genovese Zaverio Audisio, che investì cospicui capitali in una società che si occupò di realizzare lo stabilimento termale.
Tale operazione svolse un ruolo centrale per l’economia e lo sviluppo urbano dei primi decenni del Novecento, stimolando le attrattive turistiche nel settore termale, oltre a quello balneare.
Le terme avrebbero captato cinque sorgenti: Sovrana, Corallo, Valle Corsia, Preziosa, Vittoria.
Il complesso termale composto da tre strutture collegate da gallerie coperte, assumeva la configurazione di un’esedra, conclusa ai lati estremi da due chioschi ottagonali.
La progettazione del complesso fu affidata all’ingegner Angelo Badaloni, direttore dell’Ufficio tecnico del Comune dal 1874. Autore di maestose strutture ottocentesche come le Scuole Micheli e il Mercato Centrale, Badaloni seppe esprimere la matrice accademica ed eclettica con un sapiente e moderno aggiornamento di tematiche liberty, che resero tale struttura uno dei primi esemplari italiani di gusto liberty.
Bibliografia
- Francesca Cagianelli; Dario Matteoni, Livorno, la costruzione di un’immagine: tradizione e modernità nel Novecento, Livorno, Silvana editoriale, 2003.