Negli ultimi anni sono andati creandosi sempre di più nuovi metodi e nuovi approcci didattico-formativi, non solo in ambito scolastico ma anche all’interno di realtà museali. In questo momento storico, soprattutto, è importante interrogarsi sul ruolo della didattica e sull’ utilizzo di linguaggi creativi, di approcci multidisciplinari e dell’importanza funzionale delle nuove tecnologie.
In Toscana, e più esattamente a Livorno, è stata creata una vera e propria scuola di Coding e Robotica con obiettivi educativi, chiamata “Robocode” e rivolta non solo ai bambini ma anche agli adulti. Lo scopo è quello di educare al digitale con un apprendimento divertente e di gioco valorizzando il nostro patrimonio culturale. Il tutto avviene utilizzando, per esempio, programmi come Minecraft Education Edition, la robotica educativa di Lego WeDo, piccoli laboratori digitali e tanto altro.
La metodologia didattica utilizzata è chiamata “Design Thinking” e “Learning by Doing”, perchè è proprio grazie all’imparare facendo e al processo di attivazione del pensiero creativo che si acquisisce una maggior consapevolezza delle proprie capacità personali fino ad arrivare a una vera e propria crescita.
Quest’anno l’associazione Robocode sarà presente all’interno del Campus estivo multidisciplinare “D’estate giocando s’impara” (dal 14 giugno al 6 agosto), organizzato dal Museo di Storia Naturale del Mediterraneo – Provincia di Livorno, in collaborazione con la Cooperativa Itinera.
Ma l’innovazione didattica non avviene solo in campo tecnologico ed infatti i termini “Learning by doing” (imparare facendo) e “Education Peer to Peer” (educazione tra pari) sono sempre più presenti nella didattica. Per fare un esempio pratico, il campus estivo sopra citato, coinvolgerà i bambini nella realizzazione di nuovi materiali didattici per il museo e adotterà una metodologia educativa che affiancherà i bambini più grandi a quelli più piccoli, in modo tale che questi ultimi vengano supportati nelle varie attività educative, per facilitare il loro inserimento nelle attività del campus e i ragazzi acquisiscano maggiore consapevolezza del loro apprendimento e il valore di trasmettere il sapere ai più piccoli.
Anche concetti come “Gamification” e “Edutainment”, sono piuttosto nuovi e uniscono intrattenimento e gioco a fini didattici, non solo all’interno di strutture didattiche ma anche in ambito culturale e sociale.
Tantissimi sono gli esempi ma merita particolare attenzione il MAV (Museo Archeologico Virtuale), uno dei più importanti centri di cultura e tecnologia all’avanguardia per i Beni Culturali e la Comunicazione, a pochi passi dagli scavi archeologici di Ercolano. Si tratta di uno spazio didattico, conoscitivo e interattivo che fa rivivere il patrimonio archeologico di Ercolano attraverso ricostruzioni scenografiche, ologrammi, videomapping e tecnologie multimediali interattive all’avanguardia (3D,4D,5D, realtà virtuale e aumentata, touchscreen), esperienze sensoriali tattili, uditive e olfattive. Un percorso pensato per tutti i tipi di target e che offre chiavi di lettura differenti.
Un altro progetto che vale la pena di menzionare è P.Arch – Playground per architetti di comunità. Lo scopo di P.Arch è quello di sensibilizzare bambini e ragazzi di alcune classi delle città di Favara, Roma e Palermo, sui temi della rigenerazione urbana con l’obiettivo di creare una forte rete tra scuola/territorio che porti a rinnovare il quartiere (poco valorizzato e degradato) e ad educare i bambini attraverso laboratori e progetti creativi. Il metodo principale utilizzato è: imparare giocando, gioco e divertimento ai fini dell’apprendimento. Il tutto avviene attraverso modelli didattici sperimentali come lo Storytelling Territoriale (laboratorio affidato a MeltingPro) dove i bambini diventano loro stessi guide turistiche e propongono i loro “luoghi del cuore”, e il Gamification Urbano (laboratorio affidato a TuoMuseo) dove i videogiochi aiutano a ricostruire le zone abitate.
Un approccio del tutto differente perché legato a una comunicazione di tipo empatico ed emozionale è adottato dal Museo Veneto del Giocattolo che ha ideato un progetto chiamato “I Nonni del Cuore”. Qui le persone anziane raccontano, attraverso i giocattoli, una loro storia e trasmettono una memoria che altrimenti andrebbe persa. I bambini vengono guidati alla scoperta dei giocattoli del museo e sono chiamati a interagire alle discussioni, stimolando nuovi punti di vista, creatività e fantasia, fino alla possibilità di riprodurre un nuovo giocattolo che sarà costruito con materiali riciclati. In questo modo si trasmetterà ai ragazzi coscienza ecologica, portandoli a considerare il materiale di scarto come possibilità in più per creare nuove occasioni di gioco.
Tutti questi esempi pongono la persona (bambino o adulto che sia) al centro di nuove esperienze didattiche di tipo interattivo ed emozionale, nelle quali è fondamentale condividere e promuovere i valori culturali dei luoghi, creare una rete territoriale attiva e coinvolgente e valorizzare l’aspetto emotivo che rafforza le relazioni tra le persone e l’ambiente in cui sono inserite. Così facendo bambini e adulti saranno parte attiva della promozione territoriale o museale come soggetti consapevoli e coinvolti, arricchendo, non solo il loro bagaglio attraverso il gioco e il divertimento ma anche apportando valore aggiunto al territorio o al museo di cui hanno preso parte attivamente come creatori e non soltanto come fruitori.
Didattica e dinamiche culturali si sono, in altre parole, adeguate ai tempi.
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Carolina Trotta & Ilaria Belloni