- Michela Vianelli -
Quella che conosciamo come strada litoranea, che da Livorno conduce attraverso un percorso panoramico e suggestivo fino al promontorio di Piombino, ebbe in passato l’unica funzione di collegare la linea difensiva delle torri costiere.
La strada, detta in origine dei Cavalleggeri, dal Forte dei Cavalleggeri, posto dove attualmente sorge la Terrazza Mascagni, metteva in comunicazione le torri costiere disseminate lungo la costa fino ad arrivare al Principato di Piombino.
L’Ottocento fu per Livorno un periodo di grandi progetti: la città fu interessata da grandi cambiamenti primo fra tutti l’abbattimento delle antiche mura cinquecentesche del Buontalenti, oramai odiosa separazione tra la vecchia e la nuova città e la realizzazione della nuova cinta daziaria progettata dall’ing. A. Manetti nel 1835. Le zone interessate dal processo di espansione urbana oltre le mura vennero comprese a pieno titolo nella città.
In questi anni si decise di valorizzare la direttrice di espansione verso Sud, rappresentata appunto dall’antica Via dei Cavalleggeri. Si trattava di progettare, anche per Livorno una vera e propria passeggiata a mare, sul modello delle più note passeggiate di Chiaia a Napoli e della Promenade des Anglais di Nizza1.
Merita ricordare che la città di Livorno diventò nel corso del XIX secolo, una tra le mete turistiche estive più ambite e prestigiose. La città si trasformò in pochi anni tra l’Ottocento e il Novecento in primo centro balneare della Toscana e capitale europea della vacanze. Con il diffondersi della moda dei bagni, villeggiare a Livorno divenne segno di distinzione e di agiatezza. L’epicentro delle vacanze era il tratto di costa tirrenica che in un primo momento si estendeva da porta a Mare, corrispondente all’odierna piazza Mazzini, fino all’Ardenza per poi raggiungere, successivamente, anche il villaggio di Antignano. Venne realizzata così la Rotonda d’Ardenza, su progetto di Luigi Fabbri, in toni eleganti, con alberi debitamente selezionati tra quelli che possono vivere in prossimità del mare e piantati con rinforzi per evitare i danni del forte libeccio livornese; il Parterre fu disegnato con prati, boschetti e viali per le vetture e attrezzato con panchine in marmo di San Giuliano.
Edifici emergenti dal punto di vista architettonico furono senz’altro i Casini d’Ardenza che insieme al Palazzo Caprilli vennero costruiti come struttura di servizio alla villeggiatura, una sorta di residence ante litteram, provvisto di una trattoria, una sala comune da biliardo, una per l’intrattenimento mondano ed uno stabilimento balneare denominato Bagnetti, corrispondente agli attuali Onde del Tirreno (Pejani).
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- L.Bortolotti, Livorno dal 1748 al 1958, Olschki Editore, Firenze 1970