- Valeria Venuti -
La storia della Torre Nuova, detta poi del Marzocco, ci porta indietro nel tempo fino al XV secolo, a quando la costa labronica era scenario di battaglie e l’antico Porto Pisano – conteso per la sua strategica posizione – si stava ormai interrando.
Fu edificata dalla Repubblica fiorentina dopo che questa aveva acquistato Livorno dai genovesi, detentori del potere sul porto toscano dal 1407 fino al 1421. Costruita sui resti dell’antica Torre Rossa, si suppone che il progetto appartenesse al celebre scultore e architetto Lorenzo Ghiberti secondo la testimonianza riportata da G. T. Tozzetti, il quale trova somiglianze tra un disegno del Ghiberti e il Marzocco. Anche se la paternità del progetto non è confermata, resta affascinante il suo forte legame con la celebre Torre dei Venti di Atene. Evidenti sono le analogie con la torre ateniese: entrambe a pianta ottagonale rivestite di marmo bianco presentano sulle otto facce marmoree i venti scolpiti in bassorilievo, formando un bellissimo fregio, mentre in cima alla cuspide era fissata una banderuola che ruotava in base al vento. Il nome Marzocco deriva proprio dalla forma della sua antica banderuola: un leone rampante di rame dorato, perduto nel 1737 a causa di un fulmine.
Oggi la torre non è visitabile al suo interno ed è inglobata nel complesso del porto industriale, ma la sua imponente bellezza viene citata da molti cronisti ed elogiata da sempre come uno tra i monumenti simbolo della città labronica.
BIBLIOGRAFIA
- G. Targioni Tozzetti, Relazione di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, Firenze 1751
- Francesco Guicciardini, Istoria d’Italia di Francesco Guicciardini, Firenze 1803
- Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841